La sconfitta contro gli Usa ai Mondiali ha scatenato altre proteste in Iran che festeggia contro il regime di Teheran.
La nazionale di calcio dell’Iran è stata battuta dagli Usa ai Mondiali in Qatar. La sconfitta è stata un’occasione per i cittadini per protestare contro il regime. A Teheran e in altre città dell’Iran la gente è scesa per strada per festeggiare la sconfitta come un colpo al regime della Repubblica Islamica.
Restano ancora forti le preoccupazioni per i giocatori della nazionale di ritorno dal Qatar per la loro incolumità dopo che sono stati minacciati dalle autorità. Ai calciatori era stato intimato di non prendere parte a nessuna protesta e di non mettere il regime in cattiva luce in nessun modo altrimenti avrebbero torturato e incarcerato i loro familiari. Questo è accaduto dopo che i giocatori nella partita contro l’Inghilterra si sono rifiutati di cantare l’inno nazionale in solidarietà con le proteste che si stanno verificando nel paese da mesi facendo un affronto al regime.
Il governo che perde contro il popolo: la gioia dei tifosi iraniani
Insolitamente un paese ha festeggiato per la sconfitta della propria nazionale anziché per la sua vittoria. In Iran dopo il fischio finale che ha decretato l’uscita dal campionato mondiale della squadra si sono scatenati i festeggiamenti nelle case e nelle strade. I video sui social mostrano persone che suonavano il clacson, cantavano e fischiavano.
“Sono felice, questo è il governo che perde contro il popolo”, ha detto alla CNN un iraniano nella regione curda. “La nostra squadra è stata dirottata”, ha dichiarato all’emittente un tifoso iraniano. “Non rappresenta più il popolo iraniano”. Molti tifosi prima della partita di martedì hanno dichiarato di non volere la vittoria dell’Iran perché il regime ormai aveva politicizzato anche la nazionale di calcio. “Il motivo non è calcistico ma politico” dichiarano i tifosi.
Sempre alla Cnn, un altro tifoso ha ammesso “Ho emozioni e sentimenti contrastanti”, perché “Sono un appassionato sostenitore dell’Iran, ma oggi purtroppo non posso tifare per la nazionale a causa della situazione attuale e del governo che cerca di dirottare il gioco e lo sport e di usarlo come piattaforma per acquistare credibilità e dimostrare che tutto è normale con ciò che sta accadendo in Iran”.
Il capo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, ha dichiarato che il Paese si trova in una “vera e propria crisi dei diritti umani” a causa della repressione delle proteste da parte delle autorità.